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Categoria: Artisti OfficinArs

Alessandra Calò

Artista e fotografa, sperimenta fin dall’inizio della sua carriera l’uso di nuovi linguaggi che le permettono di approfondire temi legati alla memoria, all’identità e al linguaggio stesso della fotografia.

Pratica dominante nel suo lavoro è il recupero e la reinterpretazione di materiali d’archivio attraverso i quali non intende attuare una rievocazione nostalgica del passato ma proporre una nuova visione della realtà. Ha partecipato a mostre e festival in Italia e all’estero: Giornata del Contemporaneo (Madrid), Circulation(s) Festival de la Jeune Photographie Européenne (Parigi), Les Rencontres (Arles), Fotografia Europea (Reggio Emilia), Open House (Roma). Nel corso degli anni si è appassionata alle antiche tecniche di stampa fotografica su materiali alternativi, con le quali realizza vere e proprie installazioni. Ha realizzato numerosi libri d’artista ed opere, alcune delle quali sono entrate a far parte di importanti collezioni e pubblicate su riviste di settore.

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Opera in concorso


Opera proposta da Alessandra Calò
Titolo Opera: Kochan
Tipologia Opera: Fotografia

Descrizione Opera: cm 40,5×59
Callotipia stampata a mano su carta Arches Platine Blanc, 310 gsm, 100% Coton, 4 bords frangés

Kochan è un nome. Quello del protagonista di un vecchio romanzo giapponese. Un diario di viaggio che accompagna il lettore alla scoperta dell’ identità e del corpo del protagonista. Kochan è anche il nome del progetto fotografico che ho iniziato nel 2016 quando ho scoperto che la New York Public Library aveva messo online una buona parte dei suoi documenti d’archivio. Il recupero e il riutilizzo di materiali sono i punti di partenza della mia ricerca e produzione artistica. Il lavoro che realizzo con i materiali d’archivio mi permette di creare nuovi universi e di raccontare, ogni volta, nuove storie, oltre ad essere un vero e proprio viaggio nell’immagine fotografica. Ho trascorso giorni interi tra carte geografiche, manoscritti e lettere. Ma è dalle mappe che sono stata attratta e, accompagnata dai loro segni e dalle loro tracce, ho deciso di affiancarle ad una serie di autoscatti.
In questo progetto anche io, come Kochan, ho cercato di immaginare il viaggio che ognuno di noi compie per affermare se stesso considerando il corpo come fosse un territorio da esplorare. Non è stato un percorso semplice, poiché il rapporto con il proprio corpo è complesso ed il viaggio che compiamo non è mai scontato.

Portfolio


Angela Viola

Nata a Palermo nel 1981 Diplomatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo nel 2003 e laureatasi in Storia dell’Arte presso Università degli Studi di Palermo nel 2009.

Nel 2016 fonda KAMart in residence Associazione no profit che promuove Residenze per artisti ed eventi artistico culturali.

Attualmente vive e lavora a Cereggio (RE). Galleria di riferimento Galleria Marelia, Bergamo

Website: www.angelaviola.com

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Opera in concorso


Opera proposta da Angela Viola
Titolo Opera: Lovers and castaways, 2019
Tipologia Opera: Installazione

Descrizione Opera: 15x10x18 cm

Collage (carta, foto, cetato) e bustina da the su carta, dittico.

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Ersilia Sarrecchia

La sua ricerca comprende pittura, fotografia e ceramica. Nel 2010 espone This Location presso la Mojo Gallery di Dubai. Nel 2012 espone il progetto Presente Remoto presso Punto sull’Arte a Modena promosso da Emilio Mazzoli che ne edita il catalogo. Nello stesso anno partecipa con la Romberg alla fiera Cut/Log a Parigi e ad Art Verona, nel 2014 ad Off a Bruxelles.

Nel 2015 vince la prima edizione del premio Tina Prize con il progetto Women che espone presso la Smac di Roma a cura di Alberto Dambruoso, catalogo di Vanilla edizioni. Nel 2016, invitata alla prima sessione estiva di boCS Art, residenza artistica curata da Alberto Dambruoso, lavora al progetto pittorico Essenze, acquisito nella permanente del Museo d’Arte Contemporanea di Cosenza. Nel 2016 espone il nuovo ciclo di opere Insostenibile Leggerezza nella galleria ArteSi a Modena, a cura di Alessandra Redaelli. Nel 2017 espone nell’ambito del Festival della Filosofia nella collettiva Fucina Inside a la ranarossa 3.0, a cura di Alessandra Redaelli. Nel 2018 è finalista al Combat Prize. Espone nel 2018 il progetto pittorico Wild presso la sede della Confcommercio di Modena a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei.

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Opera in concorso


Opera proposta da Ersilia Sarrecchia
Titolo Opera: L’Abbraccio, 2017
Tipologia Opera: Quadro

Descrizione Opera: 145×100 cm, olio e acrilico su tavola.

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Giacomo Modolo

Giacomo Modolo, 1988 è pittore. Laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia in Decorazione, attualmente vive e lavora tra Vicenza e Torino. Il suo lavoro è rappresentato dal 2015 da Crag Gallery di Torino.

“Baso la mia ricerca pittorica sul concetto di memoria, i miei lavori sono come appunti diversi, assemblati e talvolta discordanti. Raccolgo ispirazione dai dettagli: sia fotografici, che scarti di materiali o semplici pagine di diario. Mi piace raccogliere frammenti di memoria collettiva e mescolarli con il mio vissuto personale che, nella maggior parte dei casi, si traduce in ambientazioni e ritratti ispirati alla realtà di provincia. Non cerco soluzioni, ma l’armonia nella contraddizione e la permanente evoluzione pittorica”.

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Opera in concorso


Opera proposta da Giacomo Modolo
Titolo Opera: Green Cold River 2019
Tipologia Opera: Quadro

Descrizione Opera: Tecnica Mista su Tela, 70×50 cm

Green Cold River è un ciclo pittorico aperto e installativo, sul quale sto concentrando la mia ultima ricerca. Integra costantemente elementi, ne perde altri nel tempo e varia a seconda del luogo che la ospita. Sono le pagine personali di un diario che si esprime in frammenti di luoghi vissuti, dove si è consumata una storia. L’installazione lascia all’osservatore solo piccoli imput di lettura, non si svela e resta sospesa in un’atmosfera misteriosa, lagunare, fredda e crudele.

Portfolio


  • Green Cold River 2019 40x30cm Tecnica Mista Su Tela

  • Snatch Lands The River1

  • Snatch Lands The Could1

  • Snatch Lands The Valley1

Silvia Paci

Silvia Paci nasce a Prato nel 1990. Frequenta l’Accademia di belle arti di Firenze condeguendo una laurea in pittura. Dopo la laurea si trasferisce a Berlino dove segue dei corsi di pittura presso “KUNSTGUT Academy” e “Berlin art class” frequentando le classi del pittore Eoin Llewellyn. Nel 2016 viene invitata a Pechino per una residenza artistica sponsorizzata dalla galleria “The Showroom”. In quell’occasione realizza una mostra personale presso 318 INTERNATIONAL ART VILLAGE nel quartiere di Chaoyang ed una collettiva dal nome “KNOCK OUT” presso la galleria. Vive e lavora a Montemurlo (PO).

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Opera in concorso


Opera proposta da Silvia Paci
Titolo Opera: Fortnite, 2019
Tipologia Opera: Quadro

Descrizione Opera: 150×120 cm, olio su tela

Il titolo Fortnite fa riferimento ad un videogioco per bambini. Il gioco ha suscitato una polemica e sollevato un interrogativo riguardo a ciò che è reale e ciò che è immaginario. Soffermandosi sul fatto che, talvolta, la barriera è molto sottile. I bambini che hanno giocato a Fortnite hanno provato una forte dipendenza verso quest’ultimo e talvolta compiuto atti violenti. La mia opera, muovendosi nella dimensione dell’immaginario e del fiabesco, introduce elementi di realtà che evocano la distruzione e la problematica ambientale da un lato, ma anche il gioco e la rinascita dall’altro. Questa opposizione visiva mi aiuta a suscitare una domanda in colui che guarda: “Cosa è reale e cosa non lo è?”
Il mondo in cui viviamo si nutre di contrapposizioni creando ciò poi chiamiamo vita .

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Jessica Raimondi

Jessica Raimondi nasce a Porretta Terme nel 1991. Laureata in Giurisprudenza, lavora come referente legale presso un’Associazione che accoglie donne migranti e vittime di violenza. Parallelamente a questo percorso professionale ha sviluppato l’interesse per la fotografia. Tra il 2015 ed il 2016 ha frequentato il corso annuale di fotografia presso Spazio Labò che le ha permesso di approfondire le conoscenze e di acquisire una visione diversa del mezzo d’espressione fotografico.

Successivamente ha frequentato alcuni workshops volti ad un approfondimento sul libro fotografico e sul self publishing. Attualmente sta frequentando il Master di fotografia documentaria tenuto da Davide Monteleone presso Spazio Labò. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro pt. ===== che è stato esposto in occasione di Festspillene Arctic Arts Festival (Norvegia), di Funzilla: Rome Photozine Festival (Roma), di WOPART – Real: rassegna di editoria d’arte, di The Art Chapter (Svizzera), di Milano Art Book Fair (Milano), di Fruit Exhibition (Bologna) e di Sguardo Italiano.3 (San Gimignano). Il libro è inoltre parte della collezione permanente della Fondazione Artphilein, di Atelier NOUA, della piattaforma Italian Collection promossa dal Premio Voglino e della collezione Donata Pizzi.

La sua ricerca fotografica si focalizza su tematiche quali l’identità, la perdita e la memoria, trattandole da un punto di vista metaforico e simbolico. Lavora principalmente su una progettualità a lungo termine e con un’attenzione particolare nei confronti dell’editoria fotografica. Attualmente sta sviluppando un progetto fotografico di ricerca che vuole mettere in luce una riflessione sui concetti di memoria individuale e collettiva e sul rapporto esistente tra esse.

Fotografia proposta


Titolo: Pt. =====
Descrizione: Fotografia digitale a colori, 40x50cm

Il progetto nasce da un’esperienza personale dell’artista. Il titolo riprende la voce “paternità” del suo certificato di nascita, lasciata incompleta nel momento in cui il padre ha deciso di non riconoscerla. Le immagini che compongono la serie mettono in scena il peso che il suo rifiuto ha avuto nella costruzione della sua identità. Un’assenza che si manifesta costantemente, ma il più delle volte in maniera quasi impalpabile: bisogna cercare la crepa, lo strappo, le ferite nascoste sotto la superficie degli oggetti ritratti. Si tratta di un racconto statico, che ritorna incessantemente sui suoi passi senza riuscire mai a progredire in una vera narrazione. Un’impasse fatta di elementi banali e di persone la cui riconoscibilità viene sempre impedita. Ci sono ma con la loro presenza non fanno che sottolineare ciò che invece manca. (testo a cura di M. Poggi)

Portfolio


  • Jessica.Raimondi Pt.===== 02

  • Jessica.Raimondi Pt.===== 03

  • Jessica.Raimondi Pt.===== 06

  • Jessica.Raimondi Pt.===== 081

  • Jessica.Raimondi Pt.===== 111

  • JessicaRaimondi Pt.===== 6

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  • JessicaRaimondi Pt.===== 141

Giulia Lazzaron

Giulia Lazzaron nasce a Milano nel 1992, studia la facoltà di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera e si laurea con lode ad Aprile 2018. Ha lavorato come grafica presso la Galleria Antonio Battaglia realizzando il catalogo di Serafino Maiorano.

Nel marzo del 2017 viene accettata come artista socia del Museo della Permanente di Milano con il quale collabora ad alcuni progetti.

Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche (Museo dell’Immagine Postale a Belvedere Ostrense, Biblioteca Videoteca Nazionale di San Costantino Calabro), e sono state esposte in Gallerie e Istituzioni storiche quali: Museo MAIO, Museo G.Fattori, Museo dell’Immagine Postale, Museo della Permanente, Galleria Antonio Battaglia, Villa Sistemi Reggiana, Libreria Bocca.

Mostre personali

  • Percorsi dell’Essere Multiforme, mostra personale presso Spazio Mantegna (marzo 2017);
  • IN-COSCIENZA, mostra personale Vibra Spazio Contemporaneo di Idee, Ravenna (ottobre 2018);
  • Metamorphosis #insidemytime, a cura di Alisia Viola, MuseOrfeo Home Gallery/Centro Incisione Bologna, (novembre-dicembre 2017);
Mostre collettive

  • è Carta, I Biennale Internazionale di opere su carta, MAIO, Cassina De Pecchi e Spazio Mantegna, Milano;
  • L’Accademia dello scivolo, Galleria Antonio Battaglia, Milano (luglio 2017);
  • Movimento, Segno, Idea , presentazione del progetto a cura di Museo della Permanente e Casa della Cultura presso la Triennale di Milano (luglio 2017);
  • Movimento, Segno, Idea, progetto a cura di Museo della Permanente e Casa della Cultura, volto a decorare le cesate di cantiere della M4 in Piazza San Babila, Milano (in corso);
  • GAR incontra Brera, presso la Galleria Velasquez, Milano (marzo 2018);
  • Camera Work
  • OFF di Palazzo Rasponi2, Ravenna (maggio 2018);
  • Segno, Forma, Colore tra Innovazione e Tradizione, presente nel circuito di Milano Graphic Art indetto dalla sovrintendenza del Castello Sforzesco, Spazio Mantegna (maggio 2018);
  • Paratissima Milano, fiera d’arte spazio BASE, Milano (giugno 2018);
Mostra finalisti Premio

  • Combat, Museo G.Fattori, Livorno (giugno-luglio 2018);
  • NO PHOTO | Paratissima, Caserma La Marmora, Torino (ottobre-novembre 2018);
  • From Chang’an to Rome | Biennale di fotografia, Chang’an, Cina (novembre 2018);
  • Odissea, Lab155, Bologna (gennaio 2019);
  • Amore sostantivo plurale, a cura di Erika Lacava, Spazio Arnaout, Milano (14-17 marzo 2019);
  • VIII Indagine Neocostruttivista, a cura di Alisia Viola e Giacomo Lodetti, Libreria Bocca, Milano (10-31 marzo 2019);
  • Durante e dopo: Resilienza, Circuito off di Fotografia Europea, selezionata dalla storica dell’arte Francesca Baboni, a cura di OfficinARS, Villa Sistemi Reggiana, Reggio Emilia (7 aprile-4 maggio 2019);
  • Io e Leonardo, Museo della Permanente, Milano (20 maggio – 20 giugno 2019)
Pubblicazioni

  • Agenda degli artisti 2019, Libreria Bocca Edizioni

Fotografia proposta


Titolo: Mondo Sotterraneo
Descrizione: L’opera nasce da un’elaborazione digitale che unisce la mia ricerca grafica a quella fotografica. Il paesaggio e il segno hanno una valenza simbolica per il mio percorso che attribuisce alla ricerca segnica una valenza introspettiva e, utilizzando questo termine con molta cautela, “spirituale”. Partendo da uno studio attento dell’opera monumentale di Carl Gustav Jung, e da un percorso interiore personale che ha previsto la spiegazione del significato di diversi miei sogni, fantasie e simboli, l’elaborazione e la crescita consapevole di diversi stati della mia vita, questi ultimi confluiscono inevitabilmente anche nel mio percorso artistico. Sono rappresentati più genericamente elementi naturali, oggetti, animali, a volte anche figure umane, e ogni singolo simbolo ha una valenza interiore ben definita che si ripete nel mio immaginario.
Più dettagliatamente, il mondo rappresentato in questa specifica opera “Mondo Sotterraneo #2” è il mio mondo interiore al momento della realizzazione. La natura composta da rami avviluppati tra loro, foglie, fiori, api, squali, razze, ma anche uccelli e pianeti, hanno tutti un significato. Ci sono stati momenti della mia vita in cui questo mio immaginario era l’unica cosa che sentivo realmente di possedere. Sono partita da qui, nella ricostruzione di una nuova personalità e questi simboli mi hanno fatto da specchio interiore in diversi periodi, aiutando il processo di resilienza, ma soprattutto la Trasformazione Psichica che avviene quando si osserva al nostro interno il nostro mondo interiore.
Oltre ad essere una vera e propria dimostrazione di resilienza, la mia ricerca si ispira anche alle miniature, non soltanto occidentali ma anche orientali, in quanto oltre ad essere minuziose e dettagliate, hanno anche un profondo significato a livello spirituale e collettivo.
Il paesaggio è desolato e nebbioso, la linea di orizzonte si sfuma con il cielo, e in questo scatto ho inserito digitalmente i segni di un nuovo mondo ricco di simboli, archetipi e di significato. Dialogano quindi la solitudine e la ricchezza interiore che soltanto attraverso l’ascolto attento e analitico di sé stessi può scaturire.

Portfolio


  • Anatomia Di Un Paesaggio Di Campagna

  • Il Giardino Di Rose Con Spine

  • Il Sottobosco Di Casa

  • Mondo Sotterraneo Riflesso

Isabella Quaranta

Isabella Quaranta nasce a Torino nel 1985 e vive tutt’ora in questa città. Si accosta al mondo della fotografia intorno ai 25 anni, sperimentando con il digitale. Da alcuni anni concentra il suo lavoro sull’autoritratto e il ritratto, descrivendo situazioni tra realtà e onirico. I suoi lavori son fatti di luci e ombre, atmosfere rarefatte, descrizioni di silenzi e di attese, attimi introspettivi. Dentro i suoi scatti si possono trovare suggestioni pittoriche e fotografiche legate al background di studi in campo artistico: echi simbolisti e decadenti, attese metafisiche, visioni surreali.

Fotografia proposta


Titolo: Becoming
Descrizione: In questo scatto carico di luci ed ombre ho voluto rappresentare la forza di una donna che si rialza, che lotta contro le difficoltà, facendo perno su se stessa. Sta tendendo una mano verso l’alto, con la speranza in fondo che qualcuno l’ascolti e l’aiuti, che non la lasci sola. La tensione è palpabile, la grossa ombra sul pavimento potrebbe rappresentare ciò da cui lei vuole distaccarsi, un’antica paura, un rapporto malato o addirittura se stessa, per scoprire un’altro modo di concepire la vita che fino ad ora le è stato negato o che lei stessa non ha voluto vedere.

Portfolio


  • A Nest Of Vipers

  • Hopes

  • In The Trap

  • Moonlight

  • Oblio1

  • Oppression

  • The Enchantment

  • The Spell

Cecilia Del Gatto

Classe 1995. Consegue la laurea in Graphic Design presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, nella stessa città realizza la sua prima personale alla Galleria Mirionima nel 2017. Attualmente frequenta il Biennio di Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 2018, in occasione della Design Week, un suo progetto monografico viene esposto al Bond di Milano. In seguito partecipa a due esposizioni collettive a Milano: “XXV ORA!” e “Dei nuovi confini della fotografia”, in occasione del Photo Festival. Viene invitata a partecipare alla VII edizione del Ragusa Photo Festival.

Fotografia proposta


Titolo:

Bugie Bianche

Descrizione:

“Bugie Bianche” è una riflessione sul tema dell’identità di relazione in un tempo complesso come quello che viviamo. I modelli vengono imprigionati dall’involucro di filo che avvolge il loro volto annullandone i tratti somatici e anestetizzandone i sensi; vista, parola e udito scompaiono progressivamente sotto lo stratificarsi dell’ordito. L’unica traccia di riconoscibilità che rimane è il corpo. Corpi resilienti che non si oppongono al groviglio di lana, ma che, al contrario, ammortizzano e lo “assorbono”. Stampa inkjet su carta cotone Hahnemühle montata su dibond 2mm e cornice in ramino sbiancata, 60 x 90 cm.

Portfolio


  • A

  • B

  • C

  • D

  • E

  • F

Francesca Giannelli

Francesca Giannelli ha studiato filosofia alle università di Pisa e Parigi e lavorato all’Istituto di Cultura Italiana di Marsiglia. Dal 2007 al 2018 ha esposto sia in collettive sia in personali. Sue foto sono state pubblicate su Vanity Fair, La Repubblica e Corriere della Sera, e utilizzate per progetti grafici degli editori Transeuropa e Mondadori. Insegna filosofia e storia nei licei. Attraverso le immagini cerca di esplorare la vita quotidiana, gli oggetti senza l’uomo, il corpo e le relazioni tra i corpi e gli spazi in cui si muovono e le conseguenti costruzioni e decostruzioni identitarie.

Fotografia proposta


Titolo: Newborders
Descrizione: Per me la fotografia è soprattutto una forma di narrazione. Con le immagini cerco sempre di raccontare una storia, aprire dei mondi, dare delle suggestioni, fare delle esperienze visive e materiali insieme a chi guarda. Newborders è una parte della mia storia e racconta di come una malattia ha spostato i miei confini e ridisegnato la mia identità attraverso un percorso che è stato allo stesso tempo di sofferenza e liberazione, una sorta di rito di passaggio. Attraverso la sovrapposizione di immagini diagnostiche e istantanee corporee ho cercato di rendere visibile la continua contaminazione fra esterno e interno, la perdita dei punti di riferimento conosciuti, la distruzione e la ricostruzione di un’immagine personale che non sarà mai definitiva ma sempre in movimento, in transito, viva.

Portfolio